Ciao piccolino/a
Vorrei iniziare questa lettera chiedendoti scusa, per tante ragioni, che, con non poco dolore cercherò di spiegarti, affinché tu possa perdonarmi.
Oggi ho letto una frase molto bella che ha scritto un terapeuta sulla sua pagina facebook che diceva: “Diventare genitori non è un obbligo ma una scelta d’amore”.
Tra me e quello che avrebbe dovuto essere il tuo papà non c’era amore, stavamo iniziando un percorso di conoscenza, che si è interrotto ancora prima che questo sentimento potesse nascere. Di conseguenza, quella di averti non è stata una scelta. La scelta l’ho effettuata io, dopo che ho scoperto che eri dentro di me, e ti assicuro che è al momento, la scelta più difficile che io abbia dovuto prendere.
Ti chiedo scusa perché non ho avuto la forza e il coraggio di non farmi schiacciare dalle circostanze esterne, che erano così pesanti da farmi considerare come scelta migliore l’idea di lasciarti andare, quindi di non poterti conoscere, di non poterti avere con me. Ti chiederai quali possano essere delle motivazioni così grandi da avermi portata a rinunciare a te, cosa che ti assicuro io non desideravo proprio. La mancanza di amore era sicuramente una di queste. Non si possono crescere figli senza amore, tuo padre non ti voleva, quindi sicuramente in seguito non ti avrebbe amato/a, come non è riuscito ad amare me. Non ho potuto non considerare la persona con cui ti ho concepito, che era stato molto chiaro in merito. Di conseguenza, tu non avresti avuto un padre, saresti cresciuto ugualmente felice? E se fosse tornato un giorno? sconvolgendo di nuovo la tua esistenza? Non sono riuscita a rispondermi nel futuro, le uniche voci che sentivo erano “sappi che se lo tieni mi rovini la vita, e la rovini anche al bambino/a”. Saresti stato all’interno di un triangolo conflittuale tra me e tuo padre, e non è questo che desidero per i miei figli.
Io, tua mamma, non avevo le possibilità economiche per occuparmi di te, devo concludere il mio percorso di studi, per questo, la decisione di tenerti, avrebbe significato tornare a casa dai miei genitori, che ci avrebbero accolti, ma saremmo stati sulle loro spalle. Non lo desideravo, come non desidero una famiglia costruita così, sulla base di una mia irresponsabilità. Ti immagino più felice così, in un piccolo paradiso dei bambini non nati, dove forse la vita è migliore rispetto a quella qui sulla Terra.
Ti prego, sulla base di queste motivazioni, di non confondere la mia decisione con il desiderio di tenerti. È stato difficile, e non c’è giorno in cui io non ti pensi, non c’è giorno in cui non pensi a come avrebbe potuto essere se avessi preso l’altra strada, e mi fa male l’idea di non poterlo mai sapere. Mi fa male l’idea di non poterti conoscere e vedere, di cogliere quelle che sono le mie somiglianze e differenze, di aiutarti nella crescita e nelle tue difficoltà, ma non vorrei essere da sola a farlo. Avrei voluto che il tuo arrivo fosse accolto con gioia e con la presenza di una mamma e di un papà.
Oltre a chiederti scusa vorrei ringraziarti perché mi hai fatto comprendere come, non si possa sicuramente tornare indietro, ma si può andare avanti e cercare di rendere costruttivo il dolore.
Questo gesto ha comportato per me una grande crescita, o comunque un punto di svolta per non cadere più in certi errori.
Spero che questa lettera possa aiutarti a capire che non era la condizione giusta per accogliere la tua nascita, nonostante il mio desidero di averti fosse importante. Per questo, sappi che ti porterò per sempre nel cuore.
La tua Mamma
Ciao Piccolino,
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