“Sono trascorsi tre anni dalla scelta presa di non diventare madre. Certo non immaginavo di trovarmi a lasciare una testimonianza di questo evento della vita così, per me, di snodo. Non immaginavo nemmeno di poterlo raccontare a voce alta. Il Mandorlo mi ha aiutato in questa missione: mettere a nudo questa perdita, guardarla in tutto il dolore che comporta, ma vestirla di una sua preziosa dignità. E nel vestirla materializzarla, aiutarla a trovare un luogo pulito dentro di me.
A tutte le donne che si trovano a vivere questa esperienza voglio dire: non giudichiamoci. Essere donna è un dono splendido, ma come per i migliori supereroi, comporta un grande potere e da un grande potere derivano grandi responsabilità. Potere creativo si chiama il nostro. E non tutte sono pronte subito. C’è chi ci arriva molto presto. Chi ha la strada dissestata lungo il cammino ma quando arriva a maneggiarlo, esplode di bellezza. Chi lo esprime in altri in modi. Chi invece, prepara il terreno per tempo: queste persone, ogni giorno, annaffiano quel seme e nutrono quel terreno. Il Mandorlo mi ha permesso di realizzare che questo modo esiste e che il primo terreno che non devo dimenticarmi di annaffiare, sono io.
E’ un’ingiustizia sentire la solitudine che ruota e rende ancora più arida la zolla dell’aborto. E’ un’ingiustizia che non se ne parli, non si può non parlare di un evento che capita con tanta frequenza, nel mondo. E’ un’ingiustizia non concedersi di parlarne. Ringrazio le preziose donne del Mandorlo per aver realizzato un progetto ad oggi così unico. Ringrazio Simona D’Andrea, che dentro quella stanza si è fatta orecchio e voce, donandomi conforto e coraggio. Ringrazio la mia amica Lucia per avermi lanciato proprio quel sassolino. E ringrazio me stessa, per essermene presa cura. Ringrazio tutte le donne che con la loro testimonianza, mi hanno fatto sentire meno sola. Ringrazio la Vita per quest’esperienza, che per quanto dura, ha reso il mio cammino ancora più unico, più ricco, più proteso verso l’Amore autentico.
Dedico a tutte le donne che arrivano a dover scegliere così duramente, questa poesia. Per me è fiducia”
Arianna
LA STRADA CHE NON PRESI
di Robert Frost
Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.
Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l’ aspetto migliore,
perché era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.
Ed entrambe quella mattina erano lì uguali,
con foglie che nessun passo aveva annerito.
Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io –
io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.